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L’allestimento del Museo archeologico è attualmente limitato alla sezione di preistoria e protostoria, totalmente rinnovata nel 2009 e ospitata al pianoterra della Cittadella viscontea. Attraverso l’ampia scelta di reperti, l’accurato apparato didascalico e il plastico della provincia con l’indicazione a led colorati dei rinvenimenti si ripercorrono le vicende più antiche del territorio piacentino dalla comparsa dell’uomo all’inizio del I millennio avanti Cristo.
Il racconto del più remoto passato inizia con i manufatti del Paleolitico antico, tra cui una grande ascia a mano risalente a circa 400.000 anni fa, per proseguire con i millimetrici strumenti in selce del Mesolitico (IX - VI millennio a.C.) e con i prodotti in diaspro fabbricati dalle officine del Monte Lama attive fino all’età del Rame.
Nelle sale dedicate al Neolitico (VI - IV millennio a.C.), oltre al consistente nucleo di reperti ceramici e litici relativi alla fase antica scavati a Casa Gazza di Travo, sono esposti gli oggetti venuti in luce a partire dalla fine degli anni Novanta nell’area delle Mose in occasione della costruzione del polo logistico. Particolare rilievo all’interno dell’esposizione hanno i resti degli abitati della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata e Chassey-Lagozza, alcune sepolture e i corredi della necropoli del Neolitico medio intercettata nel cantiere Prologis. Altri nuclei di recente scoperta sono quelli di Vignola (Fiorenzuola) tra i quali spicca un grande vaso di produzione nord-alpina riferito alla cultura di Pfyn e un significativo gruppo di materiali dell’età del Rame, che fino ad ora era conosciuta nella provincia di Piacenza solo attraverso pochi oggetti sporadici.
Grande spazio è dedicato all’età del Bronzo: dal prestigioso status symbol rappresentato dai pugnali a manico fuso di Castel San Giovanni, si passa alla palafitta di Chiaravalle della Colomba, l’unica localizzata nel piacentino, e quindi alle terramare, i grandi insediamenti fortificati (XVI - XIII secolo a.C.) scavati da Luigi Scotti alla fine dell’Ottocento. Di notevole impatto sono infine le cinque spade in bronzo deposte nel Po come dono votivo alla divinità del fiume secondo un rituale ben testimoniato in tutta Europa.
Chiude la rassegna la storia di un insediamento d’altura, il Groppo di Vaccarezza in comune di Bobbio, frequentato a più riprese per millenni dal Neolitico medio alla tarda età romana.
È in allestimento l’ultima sala destinata all’età del Ferro che ha richiesto un ripensamento in seguito alla scoperta dell’eccezionale necropoli di VI secolo alle porte di Pontenure, i cui numerosi reperti sono in corso di studio e restauro.
il fegato etrusco
Nel torrione dei sotterranei della Cittadella, in posizione appartata, è allestito il fegato etrusco, il reperto più noto e prestigioso delle collezioni civiche. Il modello in bronzo di fegato ovino, rinvenuto nel 1877 a Ciavernasco di Settima, in comune di Gossolengo (PC), costituisce una rara testimonianza diretta di pratiche religiose etrusche. È concordemente datato alla fine del II - inizi del I secolo a.C., mentre più incerto è il suo utilizzo, legato comunque alla divinazione ad opera degli aruspici, mediante l’esame dell’organo della vittima sacrificata. La straordinaria importanza del pezzo sta nella serie di iscrizioni di nomi di divinità, che sulla faccia piana dell’oggetto sono organizzate in modo da riflettere l’ordinamento del cielo secondo gli Etruschi.
Esposizione Abitavano fuori porta. Gente della Piacenza romana
Nella sala mostre del Museo è aperta l’esposizione Abitavano fuori porta. Gente della Piacenza romana, la cui chiusura prevista per il 31-12-2011 è prorogata tempo indeterminato. Dedicata ad una piccola necropoli scavata nel 2007 in Via Venturini, propone i corredi di cinque delle tredici tombe scoperte. Vasellame in ceramica (bicchieri e ollette in pareti sottili, coppe e piatti a vernice nera e in terra sigillata, olpi), balsamari in vetro, incensieri, lucerne, fusi e spilloni in osso, uno strigile in ferro offrono un interessante campionario di oggetti in uso tra l’età augustea e i primi decenni del II secolo dopo Cristo.