home > Musei in Città > Scoprire la Città > Piacenza: storia e sviluppo urbano
Piacenza, capoluogo di provincia dell'Emilia Romagna, è posta a 61 m di altitudine s.l.m. e conta circa 100.000 abitanti. Situata sulla destra del fiume Po, poco a valle del torrente Trebbia, è ubicata all'estremo limite settentrionale della sua provincia. Nodo stradale e ferroviario di importanza nazionale, è definita la porta del nord dell'Emilia e pertanto su di essa influisce l'attrazione economica della vicina Milano.
Storia e sviluppo urbano
Piacenza fu fondata dai Romani nel 218 a.C. come avamposto in terra celtica, col nome di Placentia. Con la costruzione della Via Emilia (187 a.C.) divenne un importante centro strategico-commerciale per i suoi collegamenti con Lombardia, Piemonte e Liguria. Grazie alle grandi opere (disboscamento, bonifica del territorio, costruzione della Via Emilia da Rimini a Piacenza, arteria principale della Pianura Padana) realizzate dai coloni romani che vi si stabilirono, Piacenza divenne una città sempre più importante, centro del sistema viario romano, tanto che lo stesso Giulio Cesare fissò qui, per un breve periodo, il suo quartier generale e non solo, sposò la giovane Calpurnia, di madre piacentina. Il reticolo ortogonale delle strade parallele e perpendicolari al Po è ancora oggi identificabile nel tracciato urbano romano. Nel Medioevo, favorita dalla felice posizione geografica e dalla vicinanza del Po, vide i suoi traffici svilupparsi in modo straordinario, tanto da diventare uno dei centri commerciali-economici-politici più importanti dell'Italia settentrionale e anche dell'Europa. Dalla fine del X secolo al 1120, fu governata dai Vescovi-Conti e nel 1126 divenne libero Comune.
Nel 1183 il Capitolo di Sant'Antonino ospitò tutti i comuni del nord italia dopo aver vinto Federico Barbarossa. I secoli XII e XIII furono caratterizzati, in concomitanza con lo sviluppo commerciale (a Piacenza si trovavano ad intervalli regolari i principali mercanti europei per stabilire il prezzo delle loro merci), da un'evoluzione nel campo urbanistico-edilizio. Il fervore religioso stimolò i piacentini a costruire o ampliare magnifiche chiese, tra cui il Duomo, San Savino, Sant'Antonino San Francesco, Sant'Eufemia, Santa Brigida, San Giovanni.
Nei secoli successivi la città passò sotto il dominio delle famiglie: Oberto Pallavicino, Carlo d'Angiò, Alberto Scoto (a lui si deve la costruzione del Palazzo Gotico come palazzo comunale, contraltare al potere ecclesiastico), i Visconti e infine gli Sforza. Dopo circa cinquant'anni di lotte intestine, Piacenza con Parma venne sottoposta prima alla Chiesa (1521) e poi al dominio dei Farnese (1545). Il Ducato di Parma e Piacenza fu creato da Papa Paolo III Farnese per il figlio Pier Luigi con capitale a Piacenza ma nel 1547, in seguito ad una congiura di nobili locali, il duca Pier Luigi fu ucciso e la capitale trasferita a Parma. Al successore di PierlLuigi, Ottavio, e a sua moglie Margherita d'Austria si deve la commissione prima a Francesco Paciotto urbinate e poi a Jacopo Barozzi detto Vignola del grandioso progetto di Palazzo Farnese di Piacenza destinato a rappresentare un segno tangibile del potere sovrano della casata sulla città. Il periodo di governo farnesiano ha favorito la costruzione di numerosi magnifici palazzi, chiese e conventi che si sono ben conservati e oggi possono essere ammirati. Ai Farnese, che regnarono fino al 1731, succedettero i Borbone di Spagna, poi Napoleone Bonaparte e, alla sua caduta, il Ducato venne affidato a Maria Luigia d'Austria, che lo resse con abilità e giustizia fino alla morte, avvenuta nel 1847. Le succedette Carlo III di Borbone, ma il 10 maggio 1848 Piacenza decretò, con unanime plebiscito, la sua annessione al regno di Piemonte, guadagnandosi il titolo di "Primogenita".
In questa sezione del Portale non ci soffermeremo sulle varie importanti chiese della città, poiché meriterebbero citazioni e visite mirate: le descriveremo a brevi tratti nell'area Territorio. Qui ci occuperemo invece, con particolare approfondimento, dei musei e delle realtà museali.