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L’esistenza di una località di nome “Grazzano” ricorre in alcuni documenti del Mille a proposito di alcune donazioni di terre al monastero di San Savino. Il Borgo fu costruito ex-novo agli inizi del 1900 dal conte Giuseppe Visconti di Modrone nell’area attorno ad un castello costruito da Gian Galeazzo Visconti nel 1395 come dono di nozze per la sorella Beatrice con Giovanni Anguissola, per suggellare un patto tra le due nobili famiglie. Si spiega quindi il motivo della presenza nel borgo sia dello stemma dei Visconti, sia di quello degli Anguissola. Dell’assetto originario del castello, rimane solo qualche traccia di muro. Interessante la chiesa dedicata ai Santi Cosma e Damiano la cui fondazione risale al XII secolo. Nel 1600 fu ceduta al monastero degli Olivetani. Nel 1650 subì notevoli mutamenti e rifacimenti che modificarono anche l’ingresso della chiesa, il quale venne spostato verso il borgo. Una menzione meritano l’organo ligneo ottocentesco, alcuni arredi sacri e la cappella dedicata a “Nostra Signora di Lourdes”. Il lavoro di costruzione del borgo fu iniziato dal conte Giuseppe Visconti di Modrone, il quale attorno agli inizi del Novecento fondò “L’Istituzione Visconti di Modrone” per portare avanti alcuni progetti per la bonifica di aree paludose ed anche la costruzione di una scuola artigianale di intaglio del legno e ferro battuto. La scuola ebbe un tale successo che gli artigiani di ferro e legno sono ormai conosciuti in tutto il mondo. Nel 1900 Giuseppe Visconti sposò Carla Erba erede della rinomata industria farmaceutica, dalla quale ebbe diversi figli tra cui il regista Luchino Visconti, che proprio nel piccolo teatrino antistante al castello rappresentò le sue prime commedie. Tra i monumenti principali del Borgo spiccano: l’albergo del Biscione, la casa con archi e colonne, la fontana del Biscione, il Palazzo dell’’Istituzione, la chiesetta neogotica, il pozzo, l’asilo (in stile liberty voluto da Carla Erba come ex voto per la guarigione di uno dei suoi figli) e la “Cortevecchia” oggi sede dell’esposizione permanente di trattori ed antichi attrezzi agricoli, che Visconti di Modrone realizzò con l’aiuto dell’architetto neogotico Campanini di Reggio Emilia.