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Il palazzo, posto all’angolo di via Carducci con via Romagnosi, è un esempio emblematico del cambiamento che l’edilizia locale subì attraverso l’influsso dei Bibiena. La facciata, vivacemente decorata, è connotata alla base da un alto zoccolo in bugnato da cui dipartono paraste composite che collegano i due ordini di finestre, ravvivate da complessi timpani, allo sporto del tetto retto da mensole rigonfie, unite fra loro da grosse ghirlande di chiaro gusto bibienesco. Il cortile interno è caratterizzato da un doppio loggiato a colonne binate con trabeazione e arcate ribassate, da qui si accede allo scalone a tre rampe, ricavato da un vano con altana, riccamente decorato a stucco e con statue in nicchie attribuite a Provino Dalmazio della Porta, mentre lo sfondato della volta mette in evidenza la quadratura dipinta situata nell’altana. L’interno presenta pregevoli decorazioni ad affresco riconducibili a Robert De Longe (Bacco, La Fama vince il tempo e Trionfo di Cesare) e a Giovanni Battista Natali (Apollo e Satiri); era rivestito da tele con nature morte di Marcantonio Rizzi. Il Palazzo è di proprietà del demanio statale e in uso al Ministero del Tesoro.