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Il palazzo fu edificato alla fine del XVIII secolo dai marchesi Landi delle Caselle, in cui erano confluiti i rami di Bardi-Compiano e di Rivalta. La facciata sul maestoso Stradone Farnese, su cui si affacciano grandiosi palazzi e chiese, presenta strette analogie con quella di palazzo Anguissola di Cimafava Rocca, per la forte estensione in lunghezza e per la presenza di finestre con balconi in ferro battuto, nonché per il minimo aggetto degli elementi decorativi. Tradizionalmente l’esecuzione del fabbricato viene assegnata ad un certo architetto Diotti. E’ invece documentato che un appartamento interno fu modificato nel 1805, insieme al portale d’ingresso e allo scalone, secondo progetto di Antonio Tomba, fratello del progettista di Palazzo del Governatore e del Teatro Municipale. L'appartamento del Tomba presenta diversi ambienti caratterizzati da apprezzabile grandiosità e volumetria. Dopo aver attraversato il cortile porticato, tramite lo scalone d'onore si accede alla galleria e all'ingresso; gli affreschi che adornano i vari ambienti interni sono riconducibili ai pittori milanesi Schiepati, Corneliani e Legnani. Il Palazzo fu abitato dal marchese Ferdinando Landi (Piacenza, 1778- Siena, 1853), “ricco di censo di sapere e di virtù”, nonché primo Preside del Magistrato degli Studi delle Scuole Maschili del ducato tra il 1838 e il 1848, il quale lasciò in legato testamentario alla Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza il suo patrimonio di incalcolabile valore (circa 57.000 volumi e 1.300 manoscritti, compreso il princeps della Divina Commedia), che lo annoverano tra le più importanti raccolte italiane di origine privata. Il padre Giovanni Battista era stato il protettore dell’eccelso pittore del neoclassicismo Gaspare Landi.