home > Chiese > Abbazia di San Colombano > Visita all'Abbazia
Nel 614 il monaco irlandese Colombano, al termine del lungo viaggio da lui compiuto per evangelizzare l’Europa, ottenne dal re longobardo Agilulfo, grazie anche alla sollecitazione della moglie, la cattolica devota Teodolinda, l’uso del terreno della Val Trebbia e la metà dei profitti delle saline, derivanti dallo sfruttamento delle acque termali. Giunto a Bobbio fondò il primo nucleo del monastero sui ruderi dell’antica chiesa di San Pietro, risalente all’epoca della prima cristianizzazione. Documenti attestano che intorno alla metà del IX secolo l’abate Agilulfo trasferì al piano il monastero, nell’area dove ancor oggi si trova. Il centro monastico di Bobbio in epoca carolingia ricevette notevole impulso, in particolare si deve segnalare l’importanza del suo scriptorium, che contava all’epoca oltre settecento codici. Dalla fine dell’XI secolo - periodo in cui la chiesa romana era programmaticamente rivolta a favorire la pratica del viaggio a scopo religioso e sosteneva l’importanza per il cristiano della visita ai “luoghi santi”, tra cui Gerusalemme era quello più carico di significati e indulgenze - rivestì un ruolo di particolare rilievo nel sistema delle vie di pellegrinaggio, grazie alla sua posizione dominante sul caminus Ianuae, cioè sulla direttrice padana per Genova. Al XII secolo, infatti, risale la ristrutturazione della basilica agilulfiana. A tal proposito si può ricordare che nel 1910 è stata ritrovata casualmente, durante uno scavo nella zona antistante la cripta, una singolare testimonianza dell’edificio romanico: due metri sotto il livello attuale è visibile parte di un mosaico pavimentale della prima metà del XII secolo, con le raffigurazioni dei Mesi, insieme a scene bibliche tratte dal libro dei Maccabei. La basilica attuale è databile alla metà del XV secolo e ingloba il preesistente edificio. Nella cripta si trova il Sarcofago di San Colombano, firmato e datato 1480. Alle pareti i sepolcri di Sant’Attala e San Bertulfo, primi successori di San Colombano, raffinati esempi di scultura simbolica longobarda. Da notare infine una cancellata in ferro battuto databile al XII-XIII secolo. Nel corso del XV secolo, i monaci cedettero buona parte dei loro codici miniati alla Biblioteca Ambrosiana e a quella Vaticana, mentre il rimanente degli antichi codici confluì nell’Archivio Reale di Torino e andò distrutta in un fatale incendio alla fine dell‘Ottocento. Risale alla fine del Cinquecento l’elegante loggiato rinascimentale attraverso cui si accede al prezioso Museo dell’abbazia, ricco di opere rare risalenti al periodo altomedioevale.