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Nel 1055 esisteva in loco un’abbazia benedettina con annesso un ospedale; nel 1484 il monastero, decaduto e amministrato da un commendatario, fu ceduto all’abate olivetano milanese G. Giacomo da Pirovano, che iniziò la totale ricostruzione: prima la chiesa, il campanile e la sacrestia (!488-1501), poi il convento (1502-1511), infine fu completata la chiesa fino al tetto (1513-1520). Il progetto fu ritrovato a Milano nel 1937 e la costruzione, attesta dai documenti di spesa, fu affidata ad Alessio Tramello piacentino (1470-1528), che dopo essersi formato nel cantiere del Bramante a Milano, lavorò a Piacenza (le tre chiese e palazzi nobiliari, per cui ebbe un riconoscimento di benemerenza dalla Magnifica Comunità di Piacenza) eal convento dell’Annunciata a Lodi e al monastero di S. Paolo e alla Steccata di Parma.
L’imponente costruzione ha una facciata tripartita da contrafforti che accrescono lo slancio (il portale barocco è degli inizi del secolo XVII), mentre i fianchi laterali mostrano con plasticità la sporgenza delle cappelle. L’interno ha un unico ingresso e viene percepito nella sua maestosa vastità per i giganteschi pilastri quadrati, senza capitelli, sorreggenti quattro arconi e per la raffinata decorazione del fregio monocromo che percorre tutta la trabeazione, richiamando quello di S. Sisto. Le cappelle laterali hanno cupoline su base quadrata, in omaggio alla simmetria rinascimentale. All’esterno dell’abside si può notare il “chiostrino delle terrecotte”, la parte più antica dei chiostri del convento, attribuita a maestranze lombarde prima del 1484; sopra gli archi stanno in parte i bassorilievi con il busto degli apostoli, di cui una parte conservata ai Musei Civici di palazzo Farnese.
Nel 1796 la chiesa fu chiusa e utilizzata come ospedale dai francesi; nel 1817 passò agli Ospizi Civili. Fu riaperta come parrocchia nel 1903, avendo chiuso la vicina e più piccola SS. Nazzaro e Celso oltre a un’altra decina, per volere del Beato Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, che la ricevette in concessione dal Demanio Militare Statale.
Per accedere al convento olivetano di S. Sepolcro, sede di uffici amministrativi dell’ASL, occorre entrare nell’Ospedale in via Taverna. Il corpo rettangolare principale (m. 125 x 15) ha due enormi finestroni a bifora sulle testate, finestre binate sul lato lungo delle singole celle e oculi circolari nella sopraelevazione. L’ingresso nella parte mediana porta al primo piano, percorso dal meraviglioso corridoio, su cui si affacciano le porte delle celle. Alle pareti sono appesi numerosi e molto interessanti dipinti di donatori e benefattori dell’Ospedale, tra i quali quelli rappresentano il marchese Bernardino Mandelli. Si può accedere alla Libreria di somma bellezza per la graziosa scansione in tre parti con colonnine in granito, la disposizione dei leggii-scrittoi e gli stipetti in legno alle pareti, un tempo contenenti libri. Dalla libreria si dominano i due ariosi ed eleganti chiostri sottostanti su pianta quadrata e con arcate a pieno centro su colonnine in granito.