home > Chiese > Collegiata di San Giovanni Battista > Visita alla Chiesa
Databile tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo e costruita secondo i criteri dello stile gotico lombardo, la Collegiata di San Giovanni Battista è la chiesa maggiore del paese e ha dato nome al paese (Castrum Sancti Johannis). La facciata a capanna è ripartita in tre grandi arcate ogivali con rosone centrale e con alti pinnacoli di coronamento; i portali sono seicenteschi. Sul fianco sinistro sporge la cappella ottagonale della Madonna del Popolo con tiburio e lanterna; il massiccio campanile con larghe bifore termina a cuspide conica, tecnica diffusasi nel corso del Trecento.
L’interno a pianta basilicale con pilastri cilindrici in cotto reggenti cinque campate e copertura a crociere a costoloni. L’austerità trecentesca è movimentata da cicli di straordinaria decorazione barocca: le statue di personaggi dell’antico Testamento sopra mensole epigrafate alle colonne della nave centrale di Provino Dalmazio della Porta, valente stuccatore ticinese attivo a Piacenza nell’ultimo decennio del secolo XVII e presente a Castel San Giovanni tra il 1679 e il 1689, a cui si devono anche le cappella di S. Giuseppe a sinistra e le altre a destra.
Le opere artistiche più importanti sono il fonte battesimale (elegante opera in marmo lunense scolpita nel 1550 dai fratelli luganesi Bernardo e Battista Casella), il Crocifisso di Giacomo e Giovanni Angelo del Maino (1496) in controfacciata; nella navata sinistra Lo sposalizio della B. Vergine, attribuito a Bernardino Luini, le sei statue lignee che compongono il cinquecentesco gruppo della Crocifissione,L’ultima cena di R. De Longe nel transetto e nell’abside il grandioso polittico, anch’esso opera d’intaglio, realizzato nel 1448 probabilmente dagli stessi autori che eseguirono la Maestà del duomo di Piacenza, Antonio Burlenghi e Bartolomeo da Groppallo. Sull’altare maggiore barocco in marmo è collocata la pala con la Predicazione di San Giovanni Battista nel deserto di Pietro Melchiorre Ferrari del 1771. Nella navata destra si notano la cantoria seicentesca con organo Serassi 1804, la statua lignea delle Madonna di G. Seti con a lato S. Rosa e S. Domenico di J.G. G. Gernaert (1760) nel transetto decorato a preziosi stucchi, le sei cappelle decorate dal Della Porta. Nella sacrestia a due campate con volte a crociera campeggiano L’immacolata tra santi di Sebastiano Novelli di Casale Monferrato del 1540, ilritratto del card. Agostino Casaroli di Ulisse Sartini.
Sulla piazza sorge il Teatro Comunale G. Verdi, che consiste sul luogo di un antico ospedale con oratorio citato nel 1313, ampliato nel 1623 in monastero delle Benedettine e chiesa do S. Giustina, soppressi nel 1805 e poi donati da Maria Luigia alla Municipalità; trasformato in teatro nel 1822 dall’arch. Piacentino Gazzola, ridipinto nella seconda metà dell’Ottocento da Bernardino Massari, docente dell’Istituto Gazzola di Piacenza.